Perù
Il Perù, con una superficie di circa 1.290.000 kmq è il terzo Paese del Sud America per estensione, dopo Brasile e Argentina. La sua capitale è Lima e la sua popolazione raggiunge quasi i 28 milioni.
È diviso in tre regioni: la Costa, la Sierra e la Selva.
La Costa è una zona arida e semi desertica, ad eccezione delle vallate dei fiumi, dove è possibile l’irrigazione. La Sierra (la regione andina) è costituita da altopiani con vette che superano spesso i 6000 metri di altezza. La Selva è formata da un vastissimo bassopiano attraversato da grandi fiumi che danno origine al Rio delle Amazzoni.
Circa la metà dei peruviani è di origine quechua o aymará, le principali etnie della sierra, sulla costa predominano i meticci, con piccoli nuclei di discendenti di schiavi africani, mentre nella regione amazzonica sopravvivono alcune etnie indigene.
In Perù si sono sviluppate numerose ed importanti civiltà tra le quali la più nota è stata quella Inca, il cui vasto Impero è sorto nel XIII secolo ed è stato conquistato dagli invasori spagnoli nel XVI secolo. Il 28 luglio 1822 il Perù ha ottenuto l’indipendenza grazie al generale argentino Josè de San Martin.
Tra il 1980 e il 2000 il Perù ha vissuto una situazione di violenza politica senza precedenti che ha lasciato un doloroso esito di omicidi, sequestri, desaparecidos, torture, detenzioni illegali, gravi crimini e violazioni dei diritti umani.Si calcolano in quasi 70mila le morti causate sia dalle attività terroristiche che dagli scontri armati, dalla distruzione dei villaggi e dai massacri collettivi.
Questo periodo di violenza ha portato con sé la peggiore crisi economica, politica e sociale di tutta la storia della repubblica peruviana, colpendo in prevalenza gli abitanti delle zone rurali andine. Molti tra loro sono stati costretti ad emigrare verso le città della costa, trovandosi a vivere in condizioni di estrema difficoltà ed indigenza negli immensi e precari insediamenti sorti nelle periferie, chiamati pueblos jovenes o asentamientos humanos.
In questi ultimi dieci anni, il Perù ha avuto una rilevante crescita economica che ha superato il 20 percento solo negli ultimi quattro anni e questo nonostante la recessione mondiale del 2009.
Purtroppo gli effetti positivi di questa crescita si sono in prevalenza concentrati in settori ristretti della società peruviana e non sono andati a migliorare le condizioni di vita della maggioranza della popolazione. Solo il 36,4 percento della popolazione economicamente attiva del Perù ha oggi un impiego formale. Trent’anni fa era il 50.
A fronte di una minoranza benestante che si concentra quasi esclusivamente a Lima e nei principali centri urbani del paese, la maggioranza della popolazione, principalmente quella delle sterminate periferie della capitale e delle zone rurali andine, si sente abbandonata a sè stessa e vive con entrate economiche molto basse, che spesso non permettono di garantire i servizi minimi essenziali, una adeguata alimentazione e abitazioni dignitose. La combinazione di questi fattori, unita alla difficoltà di accesso a cure e farmaci, fa sì che denutrizione infantile e malattie infettive, come ad esempio la TBC, crescano con indici preoccupanti.
Questa difficile situazione in molti casi degenera in crisi di valori e violenza. Una violenza che spesso si rivolge contro gli stessi componenti del nucleo familiare, specialmente donne e bambini.